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Full text of "Luigi V; tragedia lirica in quattro parti. Da rappresentarsi nell'I.R. Teatro alla Scala, il carnovale 1852-53."

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I 


LUIGI  V 

TRAGEDIA  LIRICA  IN  QUATTRO  PARTI 


LUIGI  V 

TRAGEDIA  LIRICA  IH  QUATTRO  PARTI 

MUSICA  DEL  MAESTRO 

ALBERTO  MAZZUCATO 

DA  RAPPRESENTARSI 

M>.  teatro  a/A  t/ca/a 
Il  Carnovale  1852-53 


MILANO 

COI  TIPI  DI  FRANCESCO  LUCCA. 


La  musica  e  la  nuova  poesia  di  questo  libro 
sono  di  esclusiva  proprietà  dell3  editore  FRANCE- 
SCO LUCCA;  perciò  esso  dichiara  di  voler  godere 
dei  privilegi  accordati  dalle  veglianti  Leggi  e  So- 
vrane Convenzioni 3  dirette  a  garantire  le  proprietà 
letterarie  ed  artistiche. 


PERSONAGGI 


ATTORI 


LUIGI  V,  re  di  Francia     .   sig.  Carlo  Negrini 

EMMA,  vedova  di  Lotario , 
madre  di  lui  sig.a  Orsolina  Bignami 

BIANCA,  principessa  d'Aqui- 

tania,  fidanzata  al  Re.    .    s\g*Marietta  GazzanigaMalaspina 

EDITA,  sorella  di  Bianca  .    sig.a  Gaetanina  Brambilla 

UGO,  duca  di  Francia  .    .    sig.  Giovanni  Corsi 

FOLCO  D'ANGIO-,  principe 
del  sangue  sig.  Luigi  Alessandrini 

CORI  E  COMPARSE 
Cavalieri ,  Dame,  Ancelle,  Scudieri,  Soldati,  ecc. 

La  Scena  è  in  Laon,  residenza  degli  antichi  Re  di  Francia. 

V  epoca  è  V  anno  996  dell'  era  volgare. 

I  versi  virgolati  si  ommettono. 

Le  scene  sono  inventate  e  dipinte 
dai  signori  Filippo  Peroni  e  Luigi  Vimercati. 


I  Jf  O.TTil  13k>  #.  Xfòftff  I»]*] 

Maestri  arCembalo:  Signori  Pan  izza  Giacomo  e  Bajetti  Giovanni. 
Primo  Violino  Capo  e  Direttore  d'Orchestra  Sig.  Cavallini  Eugenio 
Altro  primo  Violino  in  sostituz.  al  sig.  Cavallini,  Sìg.Corbellini  Fine. 
Capi  dei  secondi  Violini  a  vicenda 
Signori  Cr emaschi  Antonio  e  Bossi  Giuseppe. 
Primo  Violino  per  i  Balli:  Sig.  Montanara  Gaetano. 
Altro  Primo  Violino  in  sostit.al  sig.  Montanara:  Sig.  Brambilla  Luigi, 
Primo  Violoncello  al  Cembalo:  Sig.  Truffi  Isidoro. 
Altro  primo  Violoncello  in  sostit.  al  sig.  Truffi:  sig.  Fasanotti  Ani. 
Primo  Contrabasso  al  Cembalo:  Sig.  Rossi  Luigi. 
Altro  primo  Contrabasso  in  sostituzione  al  Sig.  Rossi:  Sig.  Manzoni  G> 
Prima  Viola:  Signor  Tassistro  Pietro. 
Primi  Clarinetti: 
Per  l'Opera:  signori  Cavallini  Ernesto  -  Carulli  Benedetto 
pel  Ballo:  Sig.  Erba  Costantino. 
Primi  Oboe  a  perfetta  vicenda: 
Signori  Yvon  Carlo  -  Bacili  Giovanni. 
Primi  Flauti 

Per  l'Opera:  sig.  Piabboni  Giuseppe.  -  Pel  Ballo  Sig.  Mar  cor  a  Filippo, 
Primo  Fagotto:  Sig.  Cantù  Antonio. 
Prim  Corni:  Signori  Rossori  Gustavo  e  Car emoli  Antonio. 
Prime  Trombe:  Signori  Languiller  Marco  -  Erba  Carlo. 
Fisarmonica  :  Sig.  Francesco  Almasio. 
Arpa:  Signora  Rigamonti  Virginia. 
Editore  e  proprietario  dello  Spartito  e  del  Libro 
Signor  Francesco  Lucca. 
Fornitore  dei  piano-forti  pel  servizio  de^RR.  Teatri: 

Sig.  Abate  Stefano. 
Maestro  e  direttore  dei  Cori  signor  Galli  Giovanni. 
In  sostituzione  al  signor  Galli:  signor  Paolo  Portaluppi. 
Suggeritore:  Sig.  Giuseppe  Grolli. 
Attrezzista  Proprietario:    Sig.   Croce  Gaetano. 
Fiorista  e  Piumista:  Signora  Robba  Giuseppa. 

Il  vestiario  è  di  proprietà  dell1  Appalto. 
Direttori  della  Sartoria  sig.  Colombo  Giacomo 

e  signora  Semenza  Beatrice. 
Guardarobiere  signor  Carlo  Gerolamo  Galbiati. 
Direttore  del  Macchinismo  sig.  Ronchi  Giuseppe. 
Parrucchiere:  Sig.  Venegoni  Eugenio. 
Capo  Illuminatore  sig.  Garignani  Giovanni. 


PARTE  PRIMA 

SCENA  PRIMA. 

Sala  nella  Reggia  di  Laon:  in  fondo  dai  veroni  sorge  la  cupola 
della  Cattedrale.  Trono  da  un  lato  e  sedili  più  bassi.  -  La  Sala 
è  cinta  d"1  armati;  tutto  indica  una  grande  Solennità. 

Cavalieri  francesi. 

Coro  Rio,  che  in  ciel  de5  Carolingi 

Non  è  l'astro  impallidito: 
D'  alma  luce  rivestito 
Splende  ancor  pel  nostro  re. 
Dio,  che  il  serto  al  crin  gli  cingi 
Di  Lotario  invendicato, 
Sia  di  lui  più  fortunato, 
Sia  difeso  ognor  da  te! 

SCENA  IL 

Squillano  le  trombe.  Difila  il  corteggio  reale. 
Luigi  in  mezzo  di  Emma  e  di  Ugo.  Folco  fra  i  Cavalieri. 

(Emma  e  Luigi  salgono  in  trono) 

Ugo  Principi,  Conti,  Cavalieri,  e  quanti 

Finora  io  m'ebbi  ne' consigli  e  in  campo 
Saggi  e  prodi  compagni,  è  giunto  il  giorno 
Ch'  io  pur  l'augusta  potestà  deponga 
Esercitata  un  lustro  intier  nel  regno. 
Il  prezioso  pegno 

Che  m'affidava  un  re,  1'  unico  germe 
De'  Carolingi  eroi 

Adulto  io  rendo  al  trono  avito,  a  voi. 
Coro  Viva  il  grand' Ugo!  il  senno, 
Il  braccio  de'  suoi  re! 


f>  PARTE 

Fol.  (Per  poco  il  fìa 

Se  il  giovin  cieco  alle  mie  reti  è  colto.) 
EmmàIo  con  sereno  volto, 

E  più  sereno  cor,  io,  madre,  il  crine 
Spoglio  del  serio,  e  al  figlio  mio  ne  cingo 
La  giovin  chioma.  -  Io  prego  il  ciel  che  splenda 
Sul  capo  tuo  felice,  «e  non  si  eclissi 
»Come  sul  capo  si  eclissò  del  padre. 
Lui.  Risplenderà:  ten  do  mia  fede,  o  madre; 
Sulla  mia  fronte  il  premo 
Con  man  sicura,  e  di  funesto  lume 
Rifulgerà,  lo  giuro,  ai  traditori 
Un  di  nemici  al  padre,  or  miei  nemici,  (scende) 
Emma  (Oh  rimorso  crudele!) 
Tutti  (Infausti  auspicii  !) 

Lui.  Si:  discoprire  il  perfido 

Che  mi  privò  d'  un  padre 
Sarà  primiero  ed  ultimo 
Del  regno  mio  pensier. 
A  te  lo  giuro,  o  madre, 
Lo  giuro  al  mondo  intier. 
Eiima  Cessa...  deh!  cessa...  il  giubilo 

Perchè  turbar  de'  tuoi  ? 
Fol.  (Scolpiti  in  fronte  appajono 

Tulti  i  rimorsi  suoi.) 
Ugo  L'  ultimo  mio  consiglio 

Perdona  alla  mia  fede, 
Amor,  pietà  di  figlio, 
Ceda  al  dover  di  re. 
Il  popol  tuo  richiede 
Altri  pensier  da  te. 
Lui.  (Ah!  no  non  posso  credere 

Che  traditore  ei  sia). 
Ugo  I  Mauri  i  lidi  infestano 

Feroci  più  di  pria: 
Dell'  Aquitania  a'  danni 
Si  muovono  i  Normanni  ; 
Ribelli  ovunque  insorgono 
Audaci  avventurier. 


PRIMA  j 

II  brando  formidabile 

Di  Carlo  Magno  impugna; 

Vieni  con  me  a  combattere: 

Breve  sarà  la  pugna 

Se  tu  de'  nostri  eserciti 

Duce  sarai  primier. 
Lui.  Si,  mi  avrai  teco  a  vincere 

Se  il  senno  tuo  m'aiuta. 
Hol.  (Trionfa  pur,  più  rapida 

Sarà  la  tua  caduta.) 
Lui.  Al  nuovo  di  si  adunino 

I  prodi  cavalier. 
Tutti         L' orifiamma  ondeggi  al  vento, 

L' orifiamma  vincitrice, 

Qual  cometa  di  spavento 

Che  de' rei  la  fin  predice; 

E  il  gran  Carlo  a  noi  rinato 

L'  universo  crederà. 
Ugo  Vieni  al  tempio,  e  santa  mano 

Benedica  il  regio  serto. 
Emma  (Contenermi  io  tento  invano.) 

Lui.  (Di  sua  fede  ornai  son  certo.) 

Tutti  Vieni  al  tempio,  ed  invocato 

Fausto  il  ciel  ti  arriderà. 
Sommo  Dio,  che  prence  infante 

Sostenesti  in  tanti  mali, 

Lui  cresciuto,  lui  regnante 

Copri  ancor  di  tue  grand' ali. 

E  ogni  perfido  attentato, 

Ogni  insidia  vincerà.  (partono  mai) 

SCENA  III. 

Biauca  sola,,  indi  Iftamigelle. 


Bw.  Al  tempio  ei  move...  E  me  condurre  al  tempio 
Ei  pur  pensava!  -  Io  me  ne  sciolsi:  -  ahi!  sempre 
Sciormen  potessi!  -  Io  lo  potrò....  Tentarlo 


§  PARTE 

Àlmen  mi  giova.  -  Già  la  trama  è  ordita.  - 
Vieni,  sorella,  ornai,  vieni  e  m'aita. 
Ah!  quando  in  regio  talamo 

Felicità  credei , 

No,  non  sapea  che  vittima 

A  splendid'ara  andrei; 

No,  non  sapea  che  piangere 

Dovuto  avrei  COSi.         (escono  le  Damigelle 
Che  mi  recate  ?  di  Bianca  sollevile) 

Dah.  Edita 

Dall'  Aquitania  giunge. 
Bja.  Edita!  Oh  gioia! 

D\M.  (accennando  dai  veroni)         \\  nobile 

Vedi  corteo  da  lunge, 

Ch?  oltre  le  regie  soglie 

Ad  incontrarla  uscì. 
Bia.  Dolce  istante!  or  mi  fìa  dato 

Riveder  l'amala  suora; 

Pel  mio  core  innamorato 

Spunta  alfin  serena  un'  ora. 

E  se  il  labbro  il  lungo  amore 

Rivelarle  non  saprà, 

Tutto  il  foco  del  mio  core 

Nel  mio  sguardo  leggerà. 
Dam. Guarda;  s'avanza  Edita. 


SGENA  IV. 

Edita  e  dette. 

Edi.  0  dolce  suora!... 

Bia.  Diletta  mia,  riposa  sul  mio  core.  -  (si abbracciano) 

Uscite  tutte,  (le  damigelle  partono)  Favellarti  io  deggio 

Anzi  eh'  ei  torni. 
Em.  Nè  il  marito  al  tempio 

Seguilo  hai  tu  ? 
Bia.  Sposo  soltanto...  e  al  Cielo 

Grazie  ne  rendo.  -  Altro  marito,  o  Bianca, 

Ben  altro  vuoisi. 


PRIMA. 

Edi.  Oh  che  di'  tu?  «Me  dunque. 

«Me  d'  Aquitania  non  chiamasti,  o  suora, 
«Che  spettatrice  di  rancori  e  d'odi? 
Bia.  «Te  chiamo  a  sciormi  d'  abborriti  nodi... 
«Non  replicar.  -  Misera  io  son...  fuggire 
«Tal  Corte  io  voglio;  e  me  ne  fia  pretesto 
«Da  te  recato  d'  egra  madre  invito. 
Edi.  «Mai  tale  inganno  ordito 

«Da  me  non  fia. 
Bia.  «Fallo  previeni  orrendo.  - 

«Se  qui  rimango,  io  ne  son  rea. 
Edi.  «Che  intendo? 

Bia.  Odio  Luigi...  ed  odio 

La  madre  sua...  Superbi  e  imbelli  entrambi  . 
Nudi  d'ogni  virtù.  -  Chi  amar  vorrei... 
È  qui  delitto  amar. 
Edi.  Cielo!  e  d'amore 

Ardi  tu  dunque...  e  per  vietato  oggetto? 
Bia.  Si:  nella  mente,  in  petto 

Tutte  ho  d'  amor  le  furie...  Un  punto  solo. 
Un  sol  punto  mi  vinse;  e  fu  quel  giorno 
Che  fidanzata  al  re  venne  ai  confini 
Ugo  ad  accormi. 
Edi.  (con  sorpresa)       Ugo  !  (Gran  Dio!...  che  ascolto?) 
Bia.  Compiangimi,  sorella...  il  cor  mi  ha  tolto. 
Io  lo  vidi...  ah  chi  non  Tania 
Se  lb  vide  un  solo  istante? 
Lo  splendor  della  sua  fama 
Abbelliva  il  suo  sembiante... 
Lo  mirai  .,  restai  rapita 
Nel  piacer  che  in  me  destò. 
La  prim'  alba  di  mia  vita 
Quel  momento  a  me  sembrò. 


Edi.  Sciagurata! 
Bia.  Ah!  sì,  son  tale. 

Edi.  Nè  tentasti?... 

Bia.  Tutto,  e  invano. 

Edi.  Dove  pur  tu  fugga  meco 

L'  amor  tuo  ti  seguirà. 

Luigi  V  2 


io  PARTE 

Bia.  Dispietata!  ed  ogni  speme 

Vuoi  rapirmi  in  questa  guisa? 
Ebi.  No...  piangiam...  soffriamo  insieme: 

Non  sarai  da  me  divisa. 
Bia.  Cara  Edita,  mi  seconda; 

E  sperar  mi  lascia  ancor... 
Edi.  Spera  ..  spera...  (si  nasconda 

Lo  scompiglio  del  mio  cor.) 
a  2.  Sì,  ripariamo  all'ombra 

Delle  materne  mura: 

Aura  più  mite  e  pura 

Noi  spirerem  colà. 
Forse  di  nubi  sgombra 

Anco  vedrem  1'  aurora; 
«  Un  dì  godremo  ancora 

Della  primiera  età.  (partono) 


SCENA  V. 

Luigi  e  Paggi.. 

Bianca  tosto  a  me  venga.  C  Paggi  partono.) 

D'  uopo  è  che  alfin  per  me  si  squarci  il  velo 
Dell'avvenire...  Oh!  Bianca, 
Dolce  amor  mio,1  mentre  fra  il  plauso  ecchegg 
Del  popolo  esultante  il  nome  mio, 
Io  gemo...  Ah!  non  ha  bene 
Per  me  la  terra  se  da  te  non  viene. 
T'amo!  t'amo!  e  la  mia  sorte 

Da  un  tuo  detto  ornai  dipende, 

Tu  puoi  darmi  o  vita  o  morte; 

Palpitante  il  cor  l'attende, 

Tra  l'angoscia  dei  desiri, 

Tra  la  speme  ed  il  timor. 
Senza  te  non  mi  seduce 

D'uno  scettro  lo  splendore; 

Da  te  move  ogni  mia  luce, 

Per  me  il  cielo  è  nel  tuo  amore! 


PRIMA  t 
Dimmi  alfin  che  i  miei  sospiri 
Trovar  eco  nel  tuo  cor!... 
Fa  ch'io  scordi  i  miei  martiri 
Nell'ebbrezza  dell3 amor. 

SCENA  VI. 

Luigi  e  Bianca. 

Lui.  Bianca!...  Tu  ognor  mi  fuggi?  -  Eppur  è  forza 
Che  alfin  tu  m'  oda. 

Bia.  E  il  bramo.  -  A  te  mi  guida 

Trista  necessità. 

Lui.  Ti  guida  forse 

Letizia  mai?  torbida  sempre  e  muta 

A  me  t'  appressi.  Un  anno  intiero  è  corso 

Che  un  tuo  sorriso  vo  cercando  invano. 

Bia.  Crebbe  con  me  un  arcano 

D'affanno  istinto....  ed  ei  s'accresce  adesso 

Ch'egra  la  madre,  e  dai  Normanni  cinta. 

Per  lunga  ed  ardua  via 

A  me  la  suora  ambasciatrice  invia. 

Con  la  novella  aurora 

Io  partirò:  «  qualunque  indugio  è  grave 

«  Al  tremante  mio  cor. 

Luì.  Tu  resterai. 

Bia.  Io!  resterò! 

Lui.  Sì... 

Bia.  Per  qual  legge? 

Lui.  Il  sai. 

Bia.        Qual  favella!  (Oltraggio  è  questo; 
Crudo  oltraggio.) 

o  %  (Ahi!  d'ira  acceso 

Scoppia  il  cor.) 

Bia.  Oh!  come  e  dove 

Hai  sì  duro  stile  appreso! 
Onde  sensi  in  te  sì  alteri? 
Con  qual  dritto  imponi,  imperi? 
«Con  qual  dritto  tu  pretendi?..» 

Lui.  Col  diritto  dell'  amor.  (con  calma] 


i2  PARTE  PRIMA 

Bia.        Io  tei  loglio,  se  può  farti 

Tanto  ingiusto  e  insultator. 
Lui.        Bianca,  di':  più  non  rammenti 

Che  per  noi  V  aitar  s'  infiora? 

Che  i  solenni  giuramenti 

Profferir  dobbiamo  ancora? 

Noi  rammenti? 
Bia.  (Oh!  rio  tormento!) 

Sol  la  madre  or  io  rammento. 
Lui.  Affrettiamo  il  sacro  rito; 

Pria  che  imbruni  ei  sia  compito; 

Ed  io  stesso  al  sen  materno, 

Io  doman  ti  condurrò. 
Bianca!...  rispondi...  Ebbene?... 
Bia.  (Io  tremo.) 

Presso  è  la  madre  al  punto  estremo: 

Col  pianto  al  ciglio,  col  lutto  in  cuore 

Bianca  ricusa  irne  all'  aitar. 
Lui.        E  cieca,  aggiungi,  d'un  altro  amore, 

Non  osa  il  tempio  di  profanar,  (prorompendo) 
Bia.        Tu!  che  mai  dici? 
Luì.  Oh!  mio  furore! 

Bia.  M'insulti!! 
Lui.  È  vano  più  simular. 

Bia.        Hai  ben  pensato  a  questi  accenti, 

Sai  tu  qual  alma,  qual  cor  tu  tenti? 

Un'  alma  ardente,  un  cor  fiammante 

Di  sdegno  immenso,  d'immenso  amor. 
Fra  noi  s'  innalza  da  questo  istante 

Barriera  eterna  d'odio  e  furor. 
Ln.        Quel  cor  conosco:  ne  so  gli  arcani... 

Ne  leggo  i  moti,  gli  affetti  insani... 

Esso  ha  distrutta  ogni  mia  speme, 

Esso  ha  tradito  fede  ed  onor. 
Ma  la  vendetta  che  in  sen  mi  freme 

Sia  differita  per  tuo  terror. 


Fine  della  Parte  Prima. 


PARTE  SECONDA 


SCENA  PRIMA. 

Galleria. 
Edita  ed  Ugo. 

Ugo  Che  veggio?  Edita!...  oh  gioia! 
Tu  in  queste  mura! 

Edi.  Inaspettata  io  giungo... 

Parla  sommesso. 

Ugo  Oltre  ogni  mia  speranza 

Io  ti  riveggo  !...  e  vuoi  che  freno  io  ponga 
AI  mio  contento? 

Edi.  (Oh!  che  mai  dirgli?) 

Ugo  E  donde 

Timor  cotanto  !...  Perchè  taci ,  e  figgi 
Gli  sguardi  al  suolo? 

Edi.  Nel  materno  tetto , 

Ugo,  non  sono.  Egra  è  la  madre,  e  cinta 
Di  duro  assedio  è  la  natal  mia  terra. 

Ugo  Dell'  infelice  guerra 

Parlò  la  fama:  ed  a  recarvi  aita 

Io  m5  accingea ,  ed  a  mertar  tua  destra 

Vincitore  io  correa  de5  tuoi  nemici. 

Edi.  Ah!  non  chiederla  mai. 

Ugo  Cielo  che  dici? 

Edi.  «Troppo  diss'  io... 

Ugo  «Favella... 

«Qual  m'  ascondi  mistero?  Avvi  chi  tenti 
«Contendermi  il  tuo  cor?  »  Forse  si  oppone 
La  superba  tua  suora  ai  nostri  voli  ? 

Edi.  Ah!  noi  pensar...  a  lei  fur  sempre  ignoti,.. 


i4  PARTE 
Ugo     Li  saprà.  Vogi'io  svelarli. 

Ottenerti  io  voJ  da  lei. 
Edi.       ,  Ah!  giammai... 
Ugo  Giammai!...  che  parli? 

Edi.        Tu  non  sai...  Tacer  tu  dèi. 
Ugo        Di  tua  man  me  forse  indegno 

Bianca  tien  perciò  io  non  regno? 

Forse  te,  te  pur  seduce 

D'un  diadema  lo  splendor? 
Edi.     Ah!  tu  splendi  d'una  luce 

Ben  più  cara  a  nobil  cor. 
a  2 

Ugo     Questo  braccio,  questo  acciaro 

Fu  sostegno  a  più  d'un  trono. 

Bianca  sa  eh'  ei  può  del  paro 

Uno  averne,  e  offrirlo  in  dono. 

Più  d'un  serto  io  disdegnai 

Di  raccogliere  per  me... 
Se  vaghezza  in  cor  tu  n'  hai 

Li  poss'  io  raccor  per  te. 
Edi.     Ah!  non  io  di  più  potrei 

Adorarti,  e  in  pregio  averti: 

La  tua  gloria  agli  occhi  miei 

Tutti  oscura  i  regi  serti. 

Il  tuo  cor  soltanto  amai, 

Il  tuo  cor  cui  par  non  è... 
Ah!  la  fè  eh'  io  ti  giurai 

Non  1'  avrei  giurata  a  un  re. 
Ugo     "Parla  dunque:  rassicura 

«L'alma  mia  dubbiosa ,  incerta... 
Edi.        «Sappi...  -  Ah!  no...  la  mia  sciagura 

«Non  fìa  mai,  giammai  scoperta. 
Ugo.       «Parla,  deh!  te  ne  scongiuro 

«Per  l'onore,  per  la  fè. 
Edi.     «Tacer  giuri  ? 
Ugo.  «Tutto  io  giuro... 


SECONDA  i5 

SCENA  II 

Un  Paggio  e  detti. 

Pag.        «Bianca  in  traccia  vien  di  te. 
Edi.  «Oh!  Bianca!  cielo!...  Altrove 
«Ritratti...  il  mio  segreto 

«Noto  ti  fia:  non  dubitar:  addio.        (Ugo  parte) 
SCENA  III. 

Odila  e  Bianca. 

Edi.  Tu  di  me  in  traccia? 

Bia.  M'  abbandoni  in  questi 

Tremendi  istanti? 

Edi.  Il  tuo  dolore  è  il  mio... 

E  ancor  più  amaro  forse...  oh  mia  sorella 
Che  farai  tu? 

Bia.  Dell'ardimento  al  colmo 

Giunto  è  Luigi.  Dalla  reggia  un  passo 
Mi  è  vietato  scostarmi.  -  Alcun  non  fia 
Qui  cavalier  che  a  liberarmi  imprenda? 

Ad  Ugo  ÌO  VOlo...  uscire) 

Edi.  Ah!  resta. 

Bia.  Ei  mi  difenda. 

Edi.  Bianca,  te  perdi  e  lui... 

Al  precipizio  corri... 
Bu.  Io  vi  son  tratta... 

Mi  vi  spinge  il  destino. 
Edi.  A  te  mi  stringo... 

Non  uscirai  da  queste  braccia,  o  stolta... 
Bia.  Scostali:  giunge  alcun. 


iG  PARTE 

SCENA  IV. 

Luigi,  Folco,  Cavalieri,  Dame,  e  detti. 

f)  '        n  ]  \fa  f|$tv  -fjUM&tt  !  UÌ  posili*  <    ■  .OàM 

Lui.  Bianca!  mi  ascolla. 

«Delle  discordie  nostre 

«Piena  è  la  Corte  ornai.??  Quantunque  io  t'ami, 

Pur  l'amor  mio  t'  immolerei,  più  tosto 

Che  stringer  nodo  dal  tuo  core  odiato. 

Ma  la  ragion  di  Stato 

Alta  ragion  1'  ordia, 

Nè  disciorlo  mi  è  dato  a  voglia  mia. 
Fol.  «(Che  mai  dirà?) 
Edi.  «(L'  inspira , 

«Pietoso  ciel!) 
Coro  «Tutti  a  compor  quest'ire 

«Noi  ti  preghiam. 
Fol.  «Che  mai  nel  re  t'offende? 

«Verace  parla. 
Bia.  Sospettata  donna 

Puote  senz'onta  a  chi  sospetto  nutre 

Unirsi  mai?  Con  chi  di  tutto  adombra 

Pace  sperar? 
Lui.  E  tu  il  sospetto  sgombra. 

Bia.  Indarno  or  fora. 
Lui.  Indarno 

Non  fia,  tei  giuro,  se  restar  consenti, 

Se  al  tempio  vieni. 
Bia.  Della  madre.,  il  dissi... 

Cura  mi  prende. 
Lui.  E  a  lei  rivolto  è  pure 

Il  mio  pensier...  e  ne  avrai  prova  espressa. 

Ugo  a  me  venga... 
Bia.  Edi.  (Ah,  cielo!  Ugo!) 

Coro  Ei  s'appressa. 


SECONDA 


7 


SCENA  V. 

Ugo  e  detti. 

Lui.  DelFÀquilania  il  regno 

Minacciano  i  Normanni  ;  e  pronta  aita 
La  cadente  regina  a  noi  richiede. 
Alla  tua  salda  fede, 

Al  tuo  senno,  al  tuo  braccio,  Ugo,  io  commetto 
La  gloriosa  impresa. 
Ugo  Ed  io  1'  accetto. 

Lui.        Quando  fìa  sgombro  e  libero 

All' Aquitania  il  varco, 

Dille  eh'  io  stesso  assumere 

Saprò  più  grato  incarco; 

Quel  di  guidar  costei 

Securamente  a  lei , 

Ch'  or  vieta  a  me  di  compiere 

Fatai  necessità. 
Bu.  (Fremo.) 
Fol.  (Si  turba.) 

Edi.  (Io  palpito.) 

Ugo  (Tremante  Edita  è  tanto!) 

Bia.  E  solitaria  e  vedova 

Senza  una  figlia  accanto 

Sarà  la  madre  ancora? 
Lui.  A  lei  ne  andrà  la  suora. 

Bia.  Ella  ne  andrà?... 

Enr.  (Raffrenati.) 
Bia.  Senza  di  me  ne  andrà? 

Fol.        (Ella  si  scopre.) 
Ugo  E  dubiti 

D'Ugo  tu  forse?...  parla. 
Luì.  A  lui  fidando  Edita, 

A  sposo  egli  è  fidarla. 
Bia.  A  sposo! 

Edi.  (Oh  ciel!) 

Ugo.  (Che  ascolto?) 


iS  PARTE 

Fol.  Non  anco  un  anno  è  vòlto 

Che  lui  sceglieva  a  genero 

L'  estinto  genitor. 
Lui.        E  la  sua  brama  a  compiere 

Pronto  son  io. 
Bu.  Tu!...  quando? 

Lui.  In  questo  di  medesimo. 

Io  gliene  fo  comando. 
Ugo  Ed  io? 

Bia.  Tu  pria...  tu  dèi  , 

Se  cavalier  tu  sei  , 

Partir,  pugnare  e  riedere 

D'  un  regno  salvator. 
Ugo  Edita... 
Edi.  Udisti  ? 

Fol.  («  Luigi)  (A.  fingere 

Segui  per  poco  ancor.) 

Tltti  in  segreto. 

Edi.  È  giunto  l'orribile  istante  temuto... 

(ad  Ugo)ge  core  iiai  magnanimo  pronunzia  un  rifiuto. 

L'amore  nascondi,  seconda  i  miei  delti... 

Se  insisti,  se  accetti,  -  te  perdi  con  me. 
Ugo  Oh!  quale  nell'anima  mi  poni  scompiglio! 
(a  Edi.)  Che  temi?  che  palpiti?  qual  vedi  periglio? 

Nasconder  del  core  gli  affetti  non  soglio , 

Palesi  li  voglio  :  -  Son  degni  di  te. 
Bu.  (Che  penso?  che  medito?...  qual  volgo  sospetto? 

Qual  furia,  qual  demone,  mei  suscita  in  petto? 

È  atroce,  è  tremendo:  mi  desta  terrore. 

Delirio  è  d'un  core  -  eh' è  fuori  di  sè. 
Lui.  Qual  cor  può  comprendere  la  smania  ch'io  sento.' 
(a  Fol)  Scoprir  vo'  la  perfida,  scoprirla  pavento: 

A  tornii  la  benda ,  a  sciogliermi  il  velo  , 

Funesto  il  tuo  zelo  -  servigio  mi  fe'. 
Fol.  Ti  acqueta,  dissimula:  per  prova  saprai 
(a  Lui.)  Qie  fosti  coi  perfidi  tu  credulo  assai. 

Dal  tuo  disinganno,  da  questa  scoperta 

Dipende  la  certa  -  salvezza  del  re. 


SECONDA  19 
CoRoChe  pensa,  che  medita?  qual  volge  sospetto?... 

Qual  furia,  qual  demone,  gliel  suscita  in  petto? 

Invano  nasconde  l'interno  dolore. 

Delirio  è  d' un  core  eh5  è  fuori  di  sè. 
Lui.        Ugo!...  udisti? 
Ugo  Udii. 
Lui.  Più  grato 

Te  credeva  a  tal  favore. 
Ugo  Grato  io  ,  sì... 

Edi.  {interrompendolo)  Non  IO.  -  Donato 

Sol  da  me  sarà  il  mio  core. 
Bia.  (Io  respiro.) 

Lui.  E  a  te  lo  chiedo 

D'Ugo  in  nome:  e  posso,  io  credo... 
Bia.  Nulla  puoi  sul  cor  di  lei... 

Ugo  Nè  al  suo  cor  far  forza  io  voJ. 

Luì.  Lei  ricusi! 

Ugo  II  deggio. 

Luì.  Il  dèi? 

Traditori!  Or  Còlti  ÌO  V'ho.  {prorompendo) 

Tutti      Qual  favella! 

Luì.  È  ornai  svelata 

L'  empia  fiamma  che  nutrite. 
Ugo  Io!  che  sento? 

Edi.  (Sventurata!) 
Ugo  Io! 

Lui.  Si  :  tu.  -  Lo  custodite.       («U*  guardie) 

Tutti         Che  mai  tenta? 

Ugo  Quale  oltraggio? 

D'insultarmi  hai  tu  coraggio? 

A  tal  onta  ardisci  espormi, 

Osi  tu  tal  fallo  apponili  ? 

Chi  mi  accusa? 

Lui.  {accennando  Bianca)  Quel  pallore, 

Quel  terror  ti  denunziò. 
Tutti      (Giusto  cielo  !) 
Bia.  (Oh  mio  furore!) 

Ugo  (Ah!  qual  vel  mi  si  squarciò!...) 

Bu.        Sì,  superbo...  il  vero  ascolta. 


20  PARTE 

L' amo. 

Edi.  Ah!  taci... 

Bia.  Io  lo  ripeto. 

L'amo,  sì:  ma  nè  una  volta 
Gli  ho  svelato  il  mio  segreto: 
Mai  noi  seppe;  il  ciel  ne  attesto... 
SJavvi  error,  mio  tutto  egli  è. 

Lui.  Mentitrice! 

Coro  (Oh  !  dì  funesto  !) 

Lui.  Mal  lo  scusi. 

Ur.o  M'  odi ,  o  re. 

Sa  ciascun,  tu  stesso  il  sai, 

Di  qual  tempra  è  d'Ugo  il  core, 
Se  mentir  potrebbe  mai 
Per  lusinga  o  per  timore. 
Giuro,  o  re,  per  1' onor  mio 
Vòlto  ad  altra  è  il  mio  pensier. 

Tutti      La  palesa. 

Ugo  (reggendo  il  timore  d'Edita)  Non  pOSS'  ÌO. 

Bia.  (Vòlto  ad  altra!) 

Lui.  Menzogner  ! 

Tutti 

Bia.        Non  mentir:  palesa  il  vero... 

Io  T  esempio  a  te  ne  diedi... 

Io  saprei  del  mondo  intiero 

Per  te  t  ira  disfidar. 
Di  cambiar  così  fingendo 

La  mia  mente  invan  tu  credi  ; 

Nulla  va  per  me  d'orrendo, 

Nulla  più  del  dubitar. 
Ugo        Sciagurata!  ah!  tu  non  sai 

Qual  ferita  a  me  recasti  !  (a  Bianca) 

Non  avessi  osato  mai 

Tu,  crudel,  di  favellar! 
Della  Francia  lo  sgomento, 

L'onta  mia,  la  tua  ti  basti. 

Di  più  tristo  e  crudo  evento 

Ch'  io  non  t'  abbia  ad  accusar. 


SECONDA  -2 
Lui.        Forsennata!  è  il  ver  palese: 

Sì,  pur  troppo:  invan  lo  tace.   («  Bianca) 

Altre  colpe  ed  altre  offese 

Io  vi  debbo  rinfacciar. 
Il  mio  trono  è  insidiato. 

È  distrutta  la  mia  pace... 

Ma.  ch'io  resti  invendicato. 

Coppia  rea,  non  lo  sperar. 
Edi,        Cessa...  parti...  ah!  non  si  dia 

Scena  al  regno  ancor  più  trista: 

Morta  io  fossi ,  ah  !  morta  pria 

Che  la  madre  abbandonar! 
Fol.        Vieni,  o  Sire:  ti  allontana: 

Lor  perfidia  appieno  hai  vista... 
.  Questa  coppia  audace ,  insana 

Noi  saprem  punir,  frenar. 
Cono       (Ah!  non  anco  è  il  ciel  placato 

Con  un  regno  sventurato  : 

Ah!  del  padre  il  fato  orrendo 

Segue  il  figlio  a  minacciar.) 
Eol.  eCxY.  Rendi  il  ferro.  (ad  u§°) 

Ugo  {spezza  la  spada)         \0  tal  lo  rendo. 
Fol.  (Incomincio  a  trionfar.) 


Fine  della  Parte  Seconda. 


PARTE  TERZA 


SCENA  PRIMA. 

Carcere.  Cancello  in  fondo ,  da  cui  vedesi  un  cortile. 
Ugo  solo:  è  seduto  meditando. 

Rio,  non  fìa  mai  ch'io  voglia 

Macchiar  mia  fama;  che  d'  altrui  riprenda 

Fuor  che  dal  re  Y  acciaro.,.  E  un  detto  solo 

Basterebbe  a  scolparmi  in  faccia  a  lui. 

Chè  noi  diss' io?  perchè  sì  cieco  io  fui? 

Oh!  Edita!  il  tuo  periglio 

Me  ne  ritenne.  -  Dell'  offesa  Bianca 

Conosco  la  furente  anima  assai 

S'  ella  scoprisse  che  rivai  le  sei. 

No,  mai  di  Bianca  all'ira 
Sarà  bersaglio  Edita; 
Io  prima  onore  e  vita 
Tutto  immolar  saprò. 
Ma  pure  interna  voce 
Mi  va  dicendo  ancora 
Che  di  giustizia  P  ora 
Lontana  esser  non  può. 

Chi  giunge? 

SCENA  IL 

Cianca  e  detto. 

Bià.  Bianca. 

Ugo  Tu  ! 

Bia.  Stupir  ne  dèi? 

Bianca  non  dorme.  -  A  tal  siam  giunti  ornai 

Che  nò  sbarre,  né  carcere,  nè  ferri 

Più  divider  ne  ponno. 
Ugo  Oh!  che  favelli? 

Siam  divisi  per  sempre. 


PARTE  TERZA  s'3 
Bia.  Uniti  siamo... 

Uniti,  si.  -  Non  paventar.  Qui  Bianca 
Più  di  Luigi  impera;  "i  ceppi  tuoi 
»Per  me  cadranno,  e  tosto;  e  guerra  a  morte 
^Intimeremo  ai  miei  nemici  e  ai  tuoi. 
Ugo  »Ch'  io  divenga  ribelle?  e  dir  mei  puoi? 
"Con  questa  macchia  in  fronte 
»Me  non  vedrà  la  Francia. 
Bia.  "Ed  io  T  avrei 

"Forse  minore,  se  il  trionfo  nostro 
"Fosse  men  certo?  -  Pur,  se  il  vuoi,  la  spada 
"Resti  oziosa,  e  a  queste  mura  inique 
"Volgiam,  se  giova,  fuggitivi  il  tergo. 
Vieni:  securo  albergo 
Ci  fian  miei  stati.  D'  Àquitania  il  regno 
É  tuo  da  questo  istante. 
Ugo  Un  regno,  o  Bianca... 

Un  regno  non  usurpo...  Io  Io  difendo. 
Bia.  Amor  tei  dona. 
Ugo  II  doni  altrui. 

Bu.  Che  intendo? 

Tu  lo  sdegni  ?...  parla...  forse 
Perchè  a  Bianca  lo  dovresti?... 
Ugo  Ben  lo  sai.  -  Già  un  anno  corse 

Che  ad  allr'  uom  lo  promettesti. 
Bia.  L'obbliai,  sì,  1' obbliai... 

Nè  creduto  avrei  giammai 
Che  dovessi  in  questo  istante 
Rammentarlo  a  Bianca  tu. 
Ah  !  tu  sei  d'  un'  altra  amante 
Ah!  non  dèi  celarlo  più. 

SCENA  III. 

Odesi  tumulto.  Esce  Edita  frettolosa  e  detti. 


Edi.  Ugo!  {da  lontantf 

Ugo  Ciel  ! 

Bia.  Che  veggio? 

Edi.  (Bianca!) 


3|  PARTE 

Bia.  Che  ti  guida  ? 

Ugo  (Incauta!) 

Bia.  Tremi  ? 

Edi.  Tutto  è  in  armi...  (il  cor  mi  manca.) 

Si  combatte... 
Bia.  E  per  chi  temi? 

(un  momento   di  silenzio.   Bianca  li  osserva  ambitine 
indi  afferra  Edita  per  un  braccio) 

Fissa  i  tuoi  negli  occhi  miei... 

Parla  il  vero,  -  il  voglio...  il  dèi. 

Ami...  Ugo? 
Edi.  Oh  Bianca! 

Bia.  L'  ami.... 

Il  tuo  volto  assai  parlò. 
Edi.         Ah!  sorella!... 
Bia.  Tal  me  chiami! 

Edi.  Deh  !  perdona. 

Bia.  *  Fuggi. 

Edi.  Ah!  no. 

(Edita  è  inginocchiala  a*  piedi  di  Bianca.  Ella  è  im 
mobile,  Ugo  è  agitati* situo.) 

a  3. 

Edi.        Io  Y  amai  dal  di  fatale 

Che  tal  fiamma  in  te  s'accese. 

Non  credea  d'aver  rivale... 

Oggi  sol  mi  fu  palese... 

Non  parlai...  ne  piansi  e  piango... 

Ne  tremai,  ne  tremo  ancor... 
Ma  d'  amarlo  io  non  rimango... 

Più  di  tutto  è  forte  amor. 
Ugo        Bianca,  ornai  conosci  il  vero: 

Ella  il  disse,  ed  io  l'affermo. 

Or  sJ acqueti  il  tuo  pensiero, 

Or  provvedi  al  core  infermo. 

Rassicura  un  re  che  t'ama, 

Che  men  rea  ti  tiene  ancor. 
Tu  lo  devi  alla  tua  fama, 

Alla  Francia  ed  all'  onor. 
Bia.        Questo  pianto  che  m'inonda 

Vien  dal  core,  ed  io  noi  freno... 


TERZA  s5 

Ei  vi  dica  se  è  profonda 
La  ferita  che  ho  nel  seno, 
Ei  vi  dica  se  speranza 
Di  sanarla  io  nutro  ancor... 
Quella,  ah!  quella  sol  m'avanza 
Che  sia  vostro  il  mio  dolor. 

Vieni...  (1  isolutamente  per  condur  seco  Edita) 

Ugo  Arresta.  Ove  la  guidi? 

Bia.  Dove?  Meco. 

Eni.  Ahi!  lassa! 

a  2.  M'  Odi.         (rumore  di 

dentro  più  vicino  di  prima  *  e  suono  di  trombe) 

Voci  Ugo  viva! 

a  3.  Oh!  ciel!  quai  gridi! 

Voci  Si  difenda:  ardire,  o  prodi... 

SCENA  IV. 

Cavalieri  francesi,  Soldati  e  delti. 

Coro       Noi  siam  teco:  ogni  alma  è  accesa 
Dell'  amor  di  tua  difesa. 
Sacro  voto  i  prodi  han  fatto 
Di  salvarti  o  di  perir. 

UgO  Vieni.  (prendendo  Edita) 

Bia.  Ed  osi?... 

Ugo  II  brando  è  tratto. 

Edi.  Lassa! 

Bia.  E  vuoi? 

Ugo  Da  te  fuggir. 

a  3. 

Ugo        Tu  mi  spingi  a  passo  estremo... 

M'armi  tu  d'  iniqua  spada... 

Ma  più  te,  che  infamia  io  temo... 

Lei  si  salvi...  il  mondo  cada... 

Ah!  di  te,  di  me,  di  lei 

Ria  memoria  resterà. 
Bia.        Mira  e  trema:  a  ciglio  asciutto 

L'  onta  mia  soffrir  poss'io... 

Ma  capace  è  un  cor  di  tutto 


>f>  PARTE 

Chiuso  al  pianto  al  par  del  mio... 

Fuor  di  Francia  ancor  non  sei, 

La  mia  man  ti  giungerà. 
Edi.        Ah!  che  invan  sì  rio  cimento 

Impedir,  o  ciel,  tentai. 

Il  terribile  momento, 

Me  infelice,  io  ne  affrettai! 

Ah!  troncare  i  giorni  miei, 

Me  svenar  saria  pietà. 
Coro       Vieni,  affretta:  incontro  ai  rei 

Fuor  che  il  campo  asil  non  ha.  (partono) 

SCENA  V. 

Galleria  come  nell'Atto  Secondo. 

La  musica  esprime  lontano  fragor  di  battaglia. 
Entrano  sbigottite  le  Dame  e  le  Ancelle. 

Coro       II  stion  dell'armi  più  forte  eccheggia... 
Valido  schermo  oppon  la  reggia 
Contro  il  feroce  assalitor. 
Ah!  quando  tregua  avran  gli  sdegni? 
Non  fia  che  pace  mai  più  qui  regni 
Se  fin  di  guerra  è  causa  amor. 

SCENA  VI. 

Emma  e  Luigi,  indi  Coro  di  Cavalieri. 

Lui.  Lasciami...  il  sen  materno 

È  vile  usbergo  a  un  re. 
Emma  No,  non  ti  lascio, 

Teco  son  io.  D'Ugo  io  non  temo  il  ferro... 

D'  altri  nemici  io  tremo.  -  Oh  figlio  mio! 

Il  tradimento  ti  uccideva  il  padre. 
Lui.  E  a  me  serbato  è  il  suo  destino,  o  madre. 

Funesto  dono  io  m'  ebbi, 

Funesto  dono  in  Bianca. 
Emma  E  dal  tuo  fianco 

Voli5  io  scostarla.  Il  mio  voler  fu  vano... 


TERZA  27 

Credesti  a  Folco.  Ah!  tolga  il  ciel  che  un  giorno 
Non  ti  sia  pia  funesto  il  suo  consiglio. 

Lei.  Che  fia?  Vinti  Siam  noi?       (ai  Cavalieri  che  entrano) 

Coro  Cessò  il  periglio. 

"Scampo  ne  vien  concesso 

»D'  onde  si  attese  meno... 

«Il  tuo  nemico  istesso 

"Tenne  gli  audaci  a  freno... 

Tutti  deposte  han  Tarmi. 

E  solo  ei  muove  a  te. 
Miralo. 

Tutti  É  desso. 


SCENA  YIL 

Ugo,  indi  Edita  fra  Guerrieri ,  e  detti. 

Ugo  0  re!  vengo  a  scolparmi. 

Io  nè  di  Bianca  al  core, 
Nè  al  regal  seggio  aspiro:  al  tuo  cospetto 
La  donna  io  guido  eh'  io  sceglieva  in  pria 
Che  la  sua  man  concessa 
Mi  avessi  tu.  Vedila. 

Lui.  e  Coro  Edita  ! 

Eni.  Io  stessa. 

Dell'  innocenza  sua  mallevadrice 
A  te  ne  vengo.  Ai  preghi  miei  soltanto 
D'amarmi  ei  tacque,  ed  a  tacer  ne  astrinse 
Timor  di  Bianca. 

Ugo  Dall'  irata  suora 

Salvala  or  tu.  Nelle  materne  braccia 
Fa  che  ritorni  illesa:  ove  sospetto 
Di  me  ti  resti,  e  prigionier  mi  vogli, 
Io  depongo  V  acciaro. 

Lui.  Ah!  lo  ritogli. 

Prova  mi  dai,  lo  sento, 

Che  il  mio  sospetto  sgombra: 
Pure  a  fugarne  ogni  ombra 
Vieni  all'aitar  con  me. 


28  PARTE  TERZA 

Sacro  e  solenne  rito 
Consacri  il  giuramento 
Ch'  io  non  sarò  tradito , 
Ch'ella  fia  sposa  a  te. 

Ugo  Io  tei  prometto. 

Lui.  Abbracciami. 

Emma  e  Edi.    Oh  gioia! 

Coro  Oh!  dì  beato! 

Edi.  Un  prego  sol  consentami, 

Sire,  il  tuo  cor  placato... 
Bianca... 

Lui.  Ai  materni  lidi 

Fido  drappel  la  guidi. 
Dagli  occhi  miei  lontana 
Al  nuovo  dì  ne  andrà. 

Coro  Lo  meritò  1»  insana... 

Stancò  la  tua  bontà. 

Lei.  Quanto  mi  costi  a  svellere 

Lo  strai  che  m'ha  ferito, 
Quanto  mi  resti  a  gemere 
Solo  quest'alma  il  sa. 
Un  dì  vedrà  la  barbara 
Quale  sdegnò  marito; 
Ed  il  suo  cor  medesimo 
Vindice  mio  sarà. 

Tutti         L'offese  tue  dimentica; 

I  suoi  furori  oblia. 
Non  ella  al  paro  immemore 
Di  tue  virtù  vivrà. 
Vieni ,  ed  il  ben  de'  popoli 
Piena  mercè  ti  sia; 
Mille  avrai  cor  che  t'  amino 
Se  amarti  il  suo  non  sa. 


Fine  della  Parte  Terza, 


PARTE  QUARTA 

SCENA  PRIMA. 

Vestibolo  che  mette  a  domestico  Oratorio,  Alqjjai  monumenti  qua 
e  là  per  la  scena.  -  È  notte.  II  cielo  è  tempestoso. 

Bianca  sola. 

Sì,  niia  vendetta  è  posta 

In  questa  gemma...  -  il  fatai  vase  è  pronto, 

Pronto  il  liquor...  -  compia  fortuna  il  resto. 

Vadasi.  -  A  che  m'  arresto? 

Chi  al  suol  m'affigge?  -  Il  ciel  minaccia...  e  sembra 

Colla  voce  del  tuono 

Empia  gridarmi.  -  Ah!  più  infelice  io  sono. 

Sì...  più  infelice...  Io  nata 

Al  misfatto  non  era...  E  core,  e  mente, 

E  quanto  è  in  me,  tutto  mutò  l'insana 

Gelosia  che  mi  rode  e  il  cor  mi  lima. 

Tuonar  dovevi  prima, 

Sdegnalo  ciel...  è  tardi  adesso...  e  cieca 

Vittima  io  sono  d'  un  destin  feroce. 

Vadasi  ornai. 

(risoluta  per  entrare  nelV  Oratorio;  un  gemilo  l'arresta) 

SCENA  IL 

Toc©  interna  neir  Oratorio  e  detta. 
Perdono,  o  ciel!... 

Qual  voce! 

L'  eterno  mio  rimorso 
Disarmi  il  tuo  rigor. 

Emma!  -  ella  geme... 
Un  lustro  intiero  è  corso, 

Nè  a  me  risplende  ancor  -  raggio  di  speme, 
I  dì  consumo  in  pianto, 
Le  notti  nel  tèrror... 


Voce 
Dia 
Voce 

Dia. 
Voce 


3o  PARTE 

Bia.  (inorridita)  Mi  reggo  appena... 

Voce  Dell'  error  mio  soltanto 

È  frutto  infamia  e  orror. 
Bia.  (€on  un  grido  di  dolore)  Oh  angoscia,  oh  pena! 

Ah!  se  alla  mia  vendetta 

Serbi  tal  frutto,  o  Dio, 

Tuona  sul  capo  mio, 

O  in  sen  mi  cambia  il  cor. 

(Bianca  è  nella  massima  desolazione) 

SGENA  III. 

Sbrama  e  detta. 

Emma  {àa  lontano)  Oh  !  chi  si  duole  ? 

Bianca! 

Bia.  Ah!  vieni...  ascoltai  le  tue  parole... 

Emma  Tu?  che  ascoltasti?...  ah!  misera! 

Bia.  Tutto,  sì,  tutto... 

Emma  Oh  cielo! 

Bia.  Contro  di  me  difendimi: 

Tento  un  delitto. 
Emma  Io  gelo... 

Bia.  Perch'io  non  l'abbia  a  compiere 

Mostrami  il  tuo  dolor. 
Emma       Ah!  tutto  il  mira,  ah!  tutto 

«Vedi  il  mio  strazio  e  il  lutto... 

«E  se  ti  regge  1'  anima 

«Brama  vendetta  ancor. 
Bia.         Nelle  tue  braccia  stringimi... 

Pietà  di  me  ti  prenda: 

Una  di  queste  lagrime, 

Una  su  me  discenda. 

Che  la  vorace  spengami 

Fiamma  che  avvampa  in  cor. 
Emma       Vieni,  infelice,  e  calmati, 

Mesci  il  tuo  pianto  al  mio. 

(odesi  interna  musica.  V  Oratorio  è  illuminato) 

Bia.  Il  rito!...  il  rito!  Scostati.  - 

Fuori  di  me  son  io. 


QUARTA  i 
Coro       Splendi  o  favor  celeste,  (lontano) 

Propizio  al  rito  splendi; 

Benigno  il  guardo  a  queste 

Nozze  felici  intendi; 

Pronuba  al  nodo  invia 

Aura  d'  eterno  amor. 
Bia.  Giammai,  giammai... 

Rinasce  il  mio  furor. 
Emma  Arresta. 
Bia.  É  vano. 

Emma         Arresta,  o  sciagurata. 

A  me,  guerrieri...  a  me... 

SCENA  ULTIMA. 

Luigi ,  B£<lita,  Ugo,  Cavalieri,  Dame,  Soldati* 

Tutti  accorrendo. 


Bia.  Son  disperata. 

Tutti         Che  mai  fu?...  che  avvenne? 

Emma  Io  tremo. 

Tutti         Mute  entrambe!  sbigottite! 

Lui.  Madre  ! 

Ugo  e  Edi.  Bianca! 

Bia.  (Oh!  strazio  estremo!) 

Tutti  Favellate. 

Bia.  Ah!  si,  m'udite. 

Qui  tradita,  qui  reietta  , 
Meditai,  ma  invan,  vendetta. 

Mei!  punisco.  (sugge  dall' anello) 

Tutti  Arresta,  insana! 

Bia.  Pago  or  sei,  destin  crudel. 

Tutu      Si  soccorra. 
Bia.  Ogni  arte  è  vana. 

Sol  potria  salvarmi  il  ciel. 


Di  che  amore  io  t'abbia  amato,     (<*d  Ugo) 
Di  qual  odio  io  t'  odii  adesso, 


PARTE  QUARTA 

Tel  palesa  un  tanto  eccesso, 
La  mia  morte,  il  mio  furor. 
Spera  pure,  o  core  ingrato, 
Gioia  spera  da  costei... 
Io,  morendo,  io  lascio  a  lei 
E  quest'  odio  e  questo  amor. 

(si  abbandona  nelle  braccia  delle  ancelle) 

Bianca! 

Ahi!,.,  lassa! 

O  ciel  placato, 
Le  perdona  un  tanto  error. 


Fine.